Un gesto corale di speranza. È il Pellegrinaggio giubilare sulle orme della Laudato si’ promosso dalla Conferenza episcopale campana (Cec), presentato il 12 maggio, presso la Biblioteca diocesana di Acerra, durante la Conferenza stampa alla quale hanno preso parte il presidente della Cec, monsignor Antonio Di Donna, il vescovo ausiliare dell’arcidiocesi Napoli, monsignor Gaetano Castello, e il padre missionario Daniele Moschetti, coordinatore dell’organizzazione dell’iniziativa che si svolgerà dal 16 al 24 maggio 2025.
La prelatura territoriale di Pompei, l’arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia, la diocesi di Nola di Acerra, di Aversa, di Caserta, di Teano Calvi e Sessa Aurunca, l’arcidiocesi di Capua, la diocesi di Pozzuoli e l’arcidiocesi di Napoli le chiese campane che accoglieranno i pellegrini.
«Il pellegrinaggio è frutto di un impegno comune per il creato che le diocesi coinvolte stanno portando avanti da tempo dopo aver ascoltato e accolto il grido della terra e dei poveri. Si potrebbe pensare ad una Via Crucis sui luoghi inquinati della Campania ma non è così, è un segno di speranza che si aggiunge: alla sentenza della Corte Europea di qualche mese fa; alla relazione che il commissario Vadalà presenterà il 14 maggio al Governo in base alla quale, ci auguriamo, saranno stanziati fondi per avviare bonifiche che sono l’azione necessaria; al crescere della sensibilità delle persone, delle nostre popolazioni, dei cittadini, delle nostre comunità ecclesiali. Bisogna fare ancora molto in questo senso, affiancando all’educazione alla custodia del creato anche l’educazione alla pace e alla giustizia che sono tre sorelle che vanno sempre insieme», ha detto monsignor Di Donna sottolineando anche che «il pellegrinaggio sarà anche un pellegrinaggio giubilare e quindi occasione per chiedere perdono per le nostre mancanze, per le nostre colpe per i danni al creato e chiederci “dove eravamo quando è successo?”, chiedere al Signore “perdonaci perché non siamo stati coscienti di quello che stava succedendo”. Sarà quindi anche un cammino di fede perché come ci ricorda il simbolo della nostra fede, definito a Nicea 1700 anni fa, noi crediamo in Dio creatore del cielo e della terra, ed è questa fede che ci spinge all’impegno per il creato».
Padre Daniele Moschetti ha presentato le tappe del pellegrinaggio che inizierà il 16 maggio alle 9:30 presso il Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei quando il gruppo di pellegrini che attraverseranno le diverse tappe del percorso riceveranno il mandato: giorno dopo giorno, i camminatori attraverseranno luoghi simbolo dello scempio ambientale ma ammireranno anche la bellezza dei territori coinvolti e ascolteranno le voci di quanti sono impegnati nella difesa e tutela di tutto il creato.
«Si tratta di un’iniziativa bella e unica, importante non solo per la nostra terra. Da missionario ho visto lo scempio fatto in terra africana: il pellegrinaggio ci porterà a camminare non solo per la Terra dei fuochi campana ma per tutte le terre dei fuochi – ha sottolineato padre Moschetti -. Un cammino cominciato con la preparazione che ha fatto emergere tanto impegno per il Creato. A camminare sarà un gruppo simbolico ma è un gruppo che rappresentata tutti, soprattutto quanti soffrono o hanno perso la vita per i danni ambientali. Tra queste persone non possiamo dimenticare i tanti migranti, molti dei quali lavorano nei nostri campi contaminati».
Al termine del pellegrinaggio le diocesi coinvolte presenteranno un documento che racconta la bellezza dei luoghi attraversati, le ferite provocate ma anche l’impegno di tanti per rimediare e impedire che la terra campana venga ancora ferita. Il documento sarà al termine del pellegrinaggio che si concluderà con una manifestazione a Napoli, a Piazza del Gesù, il 24 maggio, giornata in cui ricorre il decimo anniversario della Laudato si’: «Abbiamo iniziato il cammino di preparazione di quest’iniziativa con papa Francesco e lo continueremo con papa Leone XIV. Una nota di continuità nel segno della nostra fede» ha aggiunto il vescovo Castello sottolineando la presenza, a Piazza del Gesù «dei responsabili della comunità politica per un impegno condiviso per il Creato».